Festeggiarono i loro 35 anni di attività con due speciali concerti a Le Triton a Les Lilas, appena fuori Parigi, il 12 e 13 giugno 2009. Erano un settetto gli Univers Zero in quell'occasione, gli 'storici' Daniel Denis, Michel Berckmans e Andy Kirk con Kurt Budé, Martin Lauwers, Dimitri Evers e Pierre Chevalier, e assieme a loro alcuni collaboratori per le riprese video e l'ambientazione multimediale. Oggi è possibile apprezzarne gli esiti, grazie a un cd più dvd per l'etichetta Sub Rosa: Live at the Triton 2009.

In 2009, the Triton venue was sold out to celebrate the 35th anniversary of Univers Zero, an iconic band of the Rock In Opposition movement. Two exceptional concerts highlighted a radical and unique style of music, at the crossroads of new music and chamber rock, skilfully blending acoustic and electric instruments. The concerts were part of a key phase in which the band offered one of its most accomplished line-ups, taking the opportunity to establish its sound and image. The line-up had undergone a few changes since its reformation in 2004 and Live at the Triton 2009 stands as a precious testimony to the band's artistic resurgence and stage energy.

https://universzero.bandcamp.com/album/live-at-the-triton-2009

Scritto e realizzato tra New York, Caracas e Hamilton (Canada) negli anni in cui più infuriava la pandemia, Wall Flower è un racconto criptico e allusivo recitato e musicato da Allen Ravenstine, prodotto in forma di virtuale radiodramma con l'ausilio di William Blakeney e le orchestrazioni di Victor H Morales. ReR Megacorp lo presenta in duplice forma in due distinti cd, con e senza narrazione, non del tutto identici nelle parti musicali: "A highly unusual format: on the first CD there is what the subtitle calls a Radio Play - the narration of an unsettling story, with closely composed musical accompaniment (strings and piano). On the second CD the music stands alone, differently edited and with an additional coda. It’s cinematic, atmospheric, continuously modulating, but suspended, almost static."

https://tinyurl.com/WallFlower2CD

Un affascinante inventario di ipotesi acustiche e metamusicali, elusivo e arcano come i precedenti ma stavolta con un tocco in più d'arcaico: è l'ultimo capolavoro dei Biota, Measured Not Found (ReR Megacorp, 2025). Scrive Cutler: "The now almost legendary reclusive American art and sound collective's new work extends its unique amalgamation of ancient and modern instruments, multiple musical vocabularies, immaculate crafting and detailed studio manipulation into a seamless and immersive unfolding of suspended time. This is an exceptional group that has created a sound-world that's both instantly recognisable and irremediably human."

https://tinyurl.com/MeasuredNotFound

Non è la prima volta che torna in circolazione dopo l'originale del 1982 - allora per la slovena Zkp Rtvs (Založba kaset in plošč Radiotelevizije Slovenija) - ma è senz'altro quella che meglio ne rimette in chiaro meriti e pregi. La produce ReR Megacorp nella sua neo-serie Documented Classics, accompagnandola con scritti e materiali informativi pazientemente raccolti da protagonisti e testimoni: Begnagrad, prima uscita dell'omonimo gruppo formato da Bratko Bibič, Bogo Pečnikar, Nino De Gleria, Boris Romih e Aleš Rendla. Scrive Chris Cutler: "From the start, Begnagrad defied categorisation. While firmly rooted in the Yugoslavian popular music tradition, they radically transformed it with elements of rock, punk, high energy jazz, odd metres, classical influences and avant garde experimentalism. Since people and information moved freely across the Yugoslav border, the record quickly found an appreciative public amongst the R.I.O. and experimental music community in the West and, a year later, the band was touring and appearing across the continent, its energetic, ambiguous, hybrid compositions confusing and exciting audiences in equal measure. It's a music that was never part of a fashion or period so it hasn't really aged."

https://tinyurl.com/Begnagrad-ReR2025

Dave Stewart aggiunge un nuovo capitolo alla splendida serie Inside the Music - disponibile in tre distinti volumi presso Burning Shed - analizzando in dettaglio le caratteristiche compositive e i passaggi salienti di uno dei brani più suggestivi e romantici di Spin (1991), The Cloths of Heaven, con Barbara Gaskin in primissimo piano chiamata a confrontarsi con i temi di una celebre poesia di William Butler Yeats (Aedh Wishes for the Cloths of Heaven, 1899).

https://www.davebarb.com/ITM-Cloths-of-Heaven.html

Herm sceglie Underdub per ricordare l'amatissimo Phil Miller (1949-2017) nell'ottavo anniversario della sua scomparsa. L'occasione è triste, ma il brano è tra i suoi più gioiosi: "This Saturday 18th just passed was the eighth anniversary of Phil Miller's death and a very sad day for me. Looking back through his life for a piece of music for this page, I have chosen Underdub because it is one of Phil's early pieces. It has been played throughout his career in the various bands he has worked in, Hatfield and the North, the Phil Miller and Fred Baker Duo, In Cahoots in all its line ups and in many countries around the world. Phil said he was inspired to write Underdub after listening to Charlie Parker. It was first played by Hatfield & The North on the French tour they did right after recording it for The Rotters' Club, in February 1975." 

https://philmillerthelegacy.com/opus/underdub

E in fatto di ricomposizione di storie canterburyane qualche bel merito se lo sta conquistando Nic Sinclair, figlio di Dave Sinclair, non soltanto per il suo ruolo di appassionato archivista - da lui provengono la catalogazione e la revisione di buona parte dei documenti pubblicati al Richard Sinclair Songs - ma anche per il prezioso lavoro di restauro conservativo degli strumenti originali usati all'epoca da papà per immaginare e descrivere la Terra del grigio e del rosa, tra cui Hammond A100, unità eco a nastro, amplificatore, fuzz, wha wha e altri accessori. Alcuni degli esiti più recenti si vedono (e si sentono) su FB. Bravo!

https://www.facebook.com/archivisterbury
https://www.facebook.com/reel/834393905836001
https://www.facebook.com/reel/806328062331760

E perennemente in progress è la composizione/ricomposizione di storie e preistorie canterburyane cui si dedica spesso e in vario modo Richard Sinclair, aggiungendovi memorie strettamente personali e informazioni di contesto che a turno confortano o confutano le versioni a suo tempo raccolte ad esempio da Marcus O'Dair o Graham Bennett presso altri protagonisti. Una qualche sintesi a proposito dei Wilde Flowers - da tener presente, ma certo non definitiva - l'ha proposta di recente come A Potted History, corredandola di immagini, documenti audio e testimonianze orali. E' al Richard Sinclair Songs, su Bandcamp.

Richard was in The Wilde Flowers for less than a year, from the founding of the band in October 1964 to his leaving for university sometime during September 1965. The band is much better documented after he left, but it was those first eleven months, when the 16-year old rhythm guitarist was in the band, that became the seeds of the entire Canterbury Scene.

https://richardsinclairsongs.bandcamp.com/album/a-potted-history

Da una delle sezioni più visitate - e perennemente in progress - del suo favoloso archivio wyattiano Jean-Paul Marillier preleva dodici diverse interpretazioni di Alliance e le (ri)propone all'attenzione tramite la newsletter #64, giusto nel quarantennale di Old Rottenhat. Repetita iuvant?

There is a kind of compromise you are master of

Your endless gentle nudging left us polarised

It's hard to talk to enemies - and we are enemies

What we had in common makes it even worse

You're proud of being middle-class (meaning upper-class)

You say you're self sufficient (but you don't dig your own coal)

I think that what you're frightened of more than anything

Is knowing you need workers more than they need you

'A herd of independent minds' - Chomsky got it right

You're jogging into battle waving old school ties

C'è la copertina firmata da Alfreda Benge e c'è naturalmente l'evocativo omaggio di Stars over Louth, ma Disasternoon, terza tappa nel personale affrancamento di Chris Anderson dai cliché neoprog degli esordi sotto sigla Crayola Lectern, mostra amichevolmente che si può essere wyattiani autentici anche (o soprattutto) senza vanità, millanterie o sguaiate appropriazioni. Lo aiuta molto in questo il partner di lunga data Alistair Strachan, capace di accostare le decise progressioni armoniche care all'autore intervenendo con tromba, cornetta, piccole tastiere e percussioni con pathos equilibrato e delicatezza, anche quando tocca farlo in assenza di Damo Waters, terzo componente del gruppo. Così è successo nei concerti promozionali di fine estate tenuti in duo, con l'album ancora fresco di stampa (Onomatopoeia Records, 2025): di uno di questi, la sera in cui a Brighton erano in accoppiata con Bob Drake, si trova breve testimonianza in rete.

https://crayolalectern.com
https://crayolalectern.bandcamp.com
https://youtu.be/TheRoseHill

Forte ormai di oltre quaranta titoli, la bella serie solista HRS - Home Recording Songs affidata a YT da Massimo Giuntoli si è pregiata negli ultimi tempi dell'apporto di volta in volta partecipe e divertito di Clara Zucchetti, Alfredo Altomare, Marco Tregambi, Jacopo Costa, Francesca Sabatino e Giusy Lupis, evidenziando l'attitudine del Nostro - e delle sue creazioni - anche alla forma del dialogo a due. In altro contesto avrà presto modo di ribadirlo dal vivo anche Hobo, con Eloisa Manera.

https://www.youtube.com/@massimogiuntoli5753

A ripercorrere oggi la breve traiettoria musicale di Roger Quigley e Mark Tranmer - ovvero The Montgolfier Brothers, titolari degli album Seventeen Stars, The World Is Flat e All My Bad Thoughts usciti in Regno Unito senza grandi clamori tra il 1999 e il 2005 - invitano le parole di un loro illustre ammiratore, Jonathan Coe, pronunciate per accompagnare la pubblicazione dell'antologico Think Once More: "Personally, I don't find it hard to see why they never found mainstream success: their songs were simply too honest, too subtle, too intelligent, too quiet, too diffident. They never made the slightest gesture which was flashy or showy or self-advertising. Just two kindred spirits in a studio, making beautiful music. What a brief, perfect legacy Mark Tranmer and Roger Quigley left behind, though. A lucky few of us have been listening to their songs for two decades or more, and our lives have been hugely enriched by them."

https://needlemythology.bandcamp.com/think-once-more

Per conoscere da vicino le complesse vicende musicali e personali che hanno segnato la carriera di Mark Volman (1947-2025), scomparso il mese scorso, ci si può affidare al biografico Happy Forever pubblicato nel 2023 da Jawbone Press, dove la pluralità di voci e commenti di colleghi amici e parenti - sostenuta dal paziente lavoro di John Cody nel ricostruire in forma di puzzle oltre dieci anni di interviste e dichiarazioni, spesso polemiche e contraddittorie - ben ritrae la vivacità, i diversi talenti e l'anticonformismo dell'estroverso personaggio. Che fino all'ultimo non manca di dire la sua.

Mark Volman has led a storied life, and many of those stories are contained in Happy Forever. A true son of Southern California, he has gone from topping the charts with The Turtles (‘Happy Together’) to underground cred with Frank Zappa and beyond. As Flo & Eddie, Mark and his longtime singing partner Howard Kaylan were the not-so-secret ingredient on many other artist’s records, taking Bruce Springsteen into the Top 10 for the very first time and helping T. Rex dominate the British charts. Then came The Ramones, U2, Blondie, Duran Duran, and so many more; the list of credits is long and varied. Happy Forever covers all of that, along with subsequent forays into animation, a stint as a radio personality in Los Angeles and New York, and a midlife return to academia, which led Mark to create and run innovative college programs in LA and Nashville. But this is not the world according to Mark Volman, and it is not your average musical autobiography. Alongside his own comments, this uniquely insightful book contains contributions from more than one hundred of Mark’s peers, friends, and lovers who share their thoughts on the man himself and on topics that span the social and cultural landscape of past half-century.

https://bio.site/markvolmanofficial
https://www.instagram.com/markvolmanofficial
http://jawbonepress.com/happy-forever

Per ricordare alcune vicende musicali e personali del compianto Danny Thompson (1939-2025) sarà prezioso il film documentario Wotcher diretto da Lee Cogswell e prodotto da Mark Baxter, da tempo in lavorazione e ormai prossimo alla pubblicazione, che includerà tra l'altro alcune parti registrate e riviste assieme a Thompson stesso poche settimane fa, alla vigilia della sua scomparsa. Un breve estratto è disponibile in anteprima su YT. Nel frattempo UK Jazz News ha iniziato a raccogliere testimonianze e saluti di commiato da parte di amici, sostenitori e partner musicali, e tra questi John Etheridge, Liam Noble, Steve Berry e John McLaughlin; al suo blog The Blue Moment così scrive Richard Williams: "Danny was a member of a generation of great double bassists who emerged in and around the British jazz scene in the ’60s. If you wanted to line them up in some kind of taxonomy of interests and instincts across a spectrum of the music with which they were associated, starting with folk and proceeding to contemporary classical, it would probably go something like this: Danny, Ron Matthewson, Dave Green, Jeff Clyne, Harry Miller, Dave Holland, Chris Laurence, Barry Guy. Obviously that’s not everyone. Danny was the Charlie Haden of British bassists, his playing warm and deep-toned, as rooted in folk modes as Haden was in bluegrass music, but just as capable of dealing with the most advanced and abstract forms. Maybe the best way to celebrate his life is to listen to Whatever, the album he recorded for Joe Boyd’s Hannibal label in 1987."

https://www.therealdannythompson.co.uk
https://www.facebook.com/therealdannythompson
https://www.youtube.com/@OfficialDannyThompson/videos

Invece a Bonn venerdì scorso c'era il trio Jones Jones di Larry Ochs, Mark Dresser e Vladimir Tarasov. Il loro concerto presso la Dialograum della Kreuzung an St. Helena, tradizionale sede dei concerti della In Situ Art Society, è stato trasmesso in diretta streaming ed è ora nell'archivio pubblico dell'associazione su YT.

Da Jones Jones ausschließlich improvisierte Musik spielt, ist jede ihrer musikalischen Darbietungen etwas Einzigartiges, das nur in dieser besonderen Trio-Konstellation entstehen konnte. Die Band trat erstmals im Juni/Juli 2008 in Europa auf, und zwar in Amsterdam, St. Petersburg und auf Festivals in Litauen und Lettland. Jones Jones war auch beim Festival of New American Music 2009 in Sacramento, Kalifornien, zu Gast. Die Gruppe kehrte dann 2010 für die Moskauer Biennale nach Europa zurück.

Als Mitglied des Rova Saxophone Quartet seit 1977 hat Larry Ochs mehr als zwei Dutzend CDs aufgenommen und 40 Tourneen durch Europa und Japan absolviert. Er hat Dutzende von CDs mit seinen anderen Tournee-Bands aufgenommen, darunter Larry Ochs Sax & Drumming Core mit Scott Amendola, Don Robinson, Satoko Fujii und Natsuki Tamura und Kihnoua mit der Sängerin/Performancekünstlerin Dohee Lee, Scott Amendola und besonderen Gästen.

Mark Dresser ist ein international anerkannter Bassist, Improvisator, Komponist und interdisziplinärer Kollaborateur. Ein Schwerpunkt seiner Arbeit liegt auf der Erweiterung der klanglichen und musikalischen Möglichkeiten des Kontrabasses durch den Einsatz unkonventioneller Verstärkungstechniken. Ein Kapitel über seine erweiterten Techniken für den Kontrabass, A Personal Pedagogy, ist in dem Buch Arcana erschienen.

Vladimir Tarasov wurde von Nat Hentoff (im Wall Street Journal) als Meister der dekorativen Pinselführung beschrieben, 'ein Schlagzeuger von seltener Subtilität und Raffinesse, der sinnliche Freude an der Berührung seiner umfangreichen Instrumentenpalette hat, von Fingerglöckchen bis zu Becken'. Von 1971 bis 1986 war Tarasov Mitglied des bekannten zeitgenössischen Jazz-Trios GTC/The Ganelin Trio.

https://www.in-situ-art-society.de
https://www.facebook.com/in.situ.art.society
https://www.youtube.com/@InSituArtSociety

Fred Frith, Lotte Anker e Núria Andorrà - in trio si propongono come Frelonia - erano a Berlino ieri sera a conclusione di Field Notes, programma di un intero mese dedicato in città alla musica contemporanea. Li ha ospitati a Kreuzberg l'exploratorium berlin, attivissimo istituto didattico interamente dedicato a improvvisazione e pratiche artistiche affini, in coppia con il duo To Pianos di Kaja Draksler con Eve Risser. Entrambi i concerti sono stati trasmessi in diretta streaming e sono ora negli archivi YT del centro.

exploratorium berlin
Zossener Straße 24
10961 Berlin (Kreuzberg)
https://exploratorium-berlin.de
https://www.youtube.com/@exploratoriumberlin

Quando da giovane ne interpretò in anteprima alcune parti - quelle del secondo libro, tuttora le sue preferite - nessuno, nemmeno l'autore, poteva prevedere che l'esecuzione completa dell'opera avrebbe poi richiesto quasi dieci ore: lo rivela il pianista, Daan Vandewalle, a proposito dell'incredibile tour de force The Road concepito e composto da Frederic Rzewski (1938-2021) nell'arco di una decina d'anni, ora consegnato definitivamente alla belga Passacaille Records. In nove cd.

A singular monument in contemporary music, The Road is Frederic Rzewski's magnum opus - a nearly nine-hour odyssey for solo piano composed between 1995 and 2003. Conceived as a novel for piano, the work unfolds across eight expansive books (64 "miles"), each exploring the unpredictable, often chaotic path of life. Rzewski deliberately turned away from the ideal of the perfect form, embracing instead the fractured, the absurd, the political, the intimate, and the philosophical. The cycle draws on everything from American folk songs and avant-garde percussive effects to the literary voices of Gogol, Tolstoy, Chekhov and Dostoevsky, weaving autobiography with social commentary in a way that is deeply personal and boldly universal. Musically, The Road is encyclopedic. It spans fugal writing, jazz, free improvisation, virtuosic fantasy, and the spoken word, often within the same piece. It recalls the tradition of domestic piano literature, but on an epic scale, oscillating between private reflection and public confrontation. The interpretation of this work requires not only technical prowess but also an intimate understanding of its creator. Pianist Daan Vandewalle premiered the first two books of The Road and remained an artistic confidant throughout the creation of the remaining volumes. As Rzewski himself said near the end of the cycle: "I failed to make a revolution, but I am still here." The Road is not a solution - it is an enduring act of resistance, presence, and creation.

https://passacaille.be/en/product/frederic-rzewski-the-road

Tre repliche della nuova edizione di Celestial Excursions, uno dei lavori più celebri e a suo modo commoventi di Robert Ashley (1930-2014), sono state presentate il mese scorso a Brooklyn NY al Roulette e trasmesse in diretta streaming, con la partecipazione di cinque eccezionali interpreti - Gelsey Bell, Kayleigh Butcher, Mario Diaz-Moresco, Brian McCorkle e Paul Pinto - e la regia sonora di Tom Hamilton, componente 'storico' del gruppo di collaboratori ashleyani che non ha mancato di includere nella partitura le tracce pianistiche originali a suo tempo eseguite in scena da "Blue" Gene Tyranny (1945-2020). Sono tutte negli archivi YT di Roulette Intermedium.

Scrisse l'autore a proposito dell'opera nel 2003, in occasione della première berlinese in cui egli stesso compariva a fianco dei protagonisti: "The fear is that we won’t go gently or abruptly into that good night. We will hang on in the endurance trials of old age, forever rehearsing in the early morning twilight, fortified by a few hours of faulty sleep, the plot or why there is no plot, the explanations, the why, the lists, the old grievances never to be settled now, the stories never told or passed on, the interruptions, the terrifying proportions, everything larger than it is known to be, distorted in the mirror, and again and again. Old people are special because they have no future. The future is what to eat for breakfast or where did I leave my shoes. Everything else is in the past. So, sometimes old people break the rules. Especially the rules of conversation and being together. They laugh a lot. I mean real full laughter. They break the rules, because, for one reason or another (illness, anger, damage, whatever), the rules no longer apply for them. They are alone. Sometimes they are sad. Sometimes they are desperate. Mostly they are brave. Mostly they have given up on the promises of religion, life after death, immortality. Mostly they are concerned with dignity. Living with dignity. And, like all of us, eventually dying with dignity. But they are still obliged, as human beings, to make sounds. They are obliged to speak – whether or not anyone is listening."

https://roulette.org/event/celestial-excursions-robert-ashley-1
https://roulette.org/event/celestial-excursions-robert-ashley-2
https://roulette.org/event/celestial-excursions-robert-ashley-3

Mentre a Meredith Monk la Biennale Musica di Venezia riserva quest'anno - e finalmente! - onori attenzioni e premi alla carriera, l'Ecm le rende omaggio pubblicando Cellular Songs, registrato a New York tra il 2022 e l'anno scorso assieme al suo affiatatissimo Vocal Ensemble (Ellen Fisher, Katie Geissinger, Joanna Lynn-Jacobs e Allison Sniffin), primo album a quasi dieci anni da On Behalf of Nature a comprendere nuovo materiale, dopo lo splendido box antologico del 2022, sempre per Ecm, Meredith Monk: The Recordings.

Cellular Songs is the second part of an interdisciplinary trilogy of performance works by Meredith Monk that began with On Behalf of Nature, a meditation on the precarious state of our global ecology. Cellular Songs turns attention to the very fabric of life itself, and evokes such biological processes as layering, replication, division and mutation. Monk drew inspiration, she has noted, from reading The Emperor of All Maladies: A Biography of Cancer by physician and Pulitzer Prize winning author Siddhartha Mukherjee, struck by the notion that “a cell is like a miraculous prototype of cooperation, offering an alternative culture or template of human behavior to one of competition and destruction.”

Cellular Songs features the women of the acclaimed Meredith Monk & Vocal Ensemble and some of Monk’s most adventurous and daring writing for voice. The work, at once playful and contemplative, conjures cycles of birth and death throughout. “Some of the pieces have much more dissonance and chromatic harmonies, and the forms are almost like three-dimensional sculptures,” Monk notes. “Earlier, my music had much more to do with layering. Now you can almost see or hear the piece rotating as if it were a sculpture in space, though it's a musical form."

https://www.facebook.com/meredithmonk
https://ecmrecords.com/artists/meredith-monk

Alla sua ideazione aveva contribuito Peter Brötzmann stesso, un appuntamento internazionale a cadenza biennale nella sua città, Wuppertal (Germania), aperto non tanto ai grandi e consolidati nomi presenti un po' ovunque nei festival jazz ma a musicisti di nuova generazione, collaborativi e disposti a nuove sfide sul terreno dell'improvvisazione, anche radicale. La prima edizione, nel 2021, fu quella che celebrò il suo ottantesimo compleanno; alla seconda, ahimé, non fece in tempo a partecipare; la terza si inaugura domani, con la partecipazione nel corso di tre giorni di Farida Amadou, Kaja Draksler, Gunda Gottschalk, Achim Kaufmann, Matthias Müller, Kathrin Pechlof, Johannes Schleiermacher, Wolfgang Schmidtke - curatore del programma -, Aki Takase e Kazuhisa Uchihashi tra gli altri, e inoltre la proiezione dei film Brothers & Others (Winfried Bettmer e Hermann Peseckas sui tre fratelli Conny, Johannes e Matthias Bauer) e Aber das Wort Hund bellt ja nicht (di Bernd Schoch, con protagonista lo Schlippenbach Trio): BRÖtz 2025 - Festival für freie Musik.

Am 22. Juni 2023 verstarb der Saxophonist und Klarinettist Peter Brötzmann. Zwei Jahre zuvor, anlässlich seines achzigsten Geburtstages hatte die Insel in Wuppertal ein dreitägiges Festival mit internationalen Gästen ausgerichtet - BRÖtz 80! -, das die herausragende Stellung dieses Ausnahmekünstlers feierte. Die Musikerinnen und Musiker wie auch das Publikum kamen buchstäblich aus aller Welt, um diese drei Tage in unserer Jazz-Stadt zu feiern. Im Nachklang war gemeinsam mit Peter Brötzmann der Wunsch entstanden, das einmalige Programmkonzept weiterzuentwickeln und ein alle zwei Jahre stattfindendes internationales Festival für freie Musik zu begründen. Ein Festival, das nicht Ensembles einlädt, die gerade landauf, landab die Clubs und Säle bespielen, sondern Künstler*innen, die etwas Neues und Ungewohntes, bisweilen Verstörendes in ihrem Spiel haben. Mit BRÖtz 23!, das Peter Brötzmann noch mit vorbereitet hatte, wurde endgültig deutlich, dass die einzigartige Bedeutung, die er sich in der internationalen Jazzwelt erspielt hat, eine Wuppertaler Besonderheit ist, deren Fortführung wir unbedingt sichern möchten - durch ein Festivalprogramm mit einer absolut kompromisslosen, nach vorne gewandten künstlerischen Vision. Die Idee von freier Musik führte sich selbst ad absurdum, wenn wir bei der Traditionspflege von sounds like whoopataal stehen blieben. BRÖtz 2025 präsentiert Musiker*innen, die für frische, innovative, nicht gehörte Wege der Improvisation stehen. Wo andere entdecken, dass eine bestimmte Band, ein bestimmtes Album, eine stilistische Nische kommerziell besonders leicht zu vermarkten sind, suchen wir - ganz im Sinne von Peter Brötzmann - konsequent nach neuen musikalischen Konzepten und bringen sie - teilweise erstmalig gemeinsam - auf unsere Bühne!

https://insel.news/festival

L'incontro in questione avvenne a Brighton (Regno Unito) una dozzina d'anni fa, ma solo ora si ha modo di conoscerne l'esito - in modalità bootleg - grazie a Discus Music: dal vivo allo Sticky Mike’s Frog Bar c'erano Guy Segers, Makoto Kawabata e Charles Hayward, cioè Uneven Eleven. Tra la calma e la furia...

https://discusmusic.bandcamp.com/live-in-brighton
https://discusmusic.bandcamp.com/listening-party

Caroline Kraabel e il suo contralto, in casa quest'estate a giugno e luglio, provando ad estendere i limiti - del corpo, dello strumento - facendo a meno quasi di tutto: Translations Trials.

https://carolinekraabel.bandcamp.com/album/translation-trials

Billie Bottle annuncia l'avvio dei lavori per il secondo album del suo multiforme progetto Temple of Shibboleth, condiviso con le vivacissime Viv Goodwin-Darke, Roz Harding, Anna Batson e Emma Holbrook, e invita amici e curiosi a unirsi via Crowdfunder per aiutare a sostenerne le spese di realizzazione. Si parla del prossimo anno, ma intanto su Bandcamp ci sono già un paio di brani: In The Shadow e White Elephant.

https://billiebottle.bandcamp.com/album/in-the-shadow-single
https://www.crowdfunder.co.uk/p/temple-of-shibboleth-in-the-shadow

Bruce Ackley racconta le vicende collegate alla nascita del Rova nella Bay Area californiana del 1977, i primi mesi subito fitti di impegni per il quartetto sassofonistico tra prove, registrazioni, commissioni e concerti e i (pochi) cambi di formazione intervenuti via via nel tempo salvaguardando tuttavia l'acronimo scelto come nome fin dall'inizio. E' il decimo capitolo di un'interessante serie retrospettiva su Substack dal titolo Rova Scope. Scrive Ackley: "When I got the call in 1977 to bring a group to the Third Annual Free Music Festival in the Bay Area I immediately thought: 'saxophone quartet'. Larry, Jon and I had been in regular contact for a couple of years, playing together, performing and talking music. Knowing they were kindred spirits made them obvious choices for the quartet. The initial fourth member and first baritone player, Tony Blase, was the Pete Best of the yet-to-be-named foursome. After 3 months of rigorous rehearsals, he decided to depart from the band to return to school. Right in time, Jon’s friend, Andrew Voigt, returned to the Bay Area after having spent time in Michigan studying with Roscoe Mitchell. He joined up with us and, seeing the pending concert staring us down, we were forced to name the ensemble, defaulting to the acronym R-O-V-A, Rova."

Rova has been a prime force in creative music and culture in the San Francisco Bay Area and around the world - recording, touring, commissioning new works, collaborating with up-and-coming artists, producing concert series, and bringing together the related fields of modern dance, poetry, and visual arts. From that mission comes Rova Scope. Rova has built this site as an adventurous and free-ranging forum for information and community. Our fondest hope is that this platform will grow and evolve into a trusted center of lively, probing, and respectful cultural exchange. There’s plenty here to enjoy for free - with our compliments. But we hope you’ll take your support to the next level and subscribe. You’ll gain access to much more in-depth Rova material - and, importantly, you’ll help us continue to do this work on behalf of the music, our culture, and, well, you.

https://rova2fa.substack.com/p/rova-scope-10-genesis

Uno splendido solo di Ned Rothenberg donato l'altra sera al pubblico del newyorkese Roulette - e ovunque, grazie alla diffusione in rete in tempo reale, nelle stesse ore in cui si consumava l'abbordaggio alla Global Sumud Flotilla - nella convinzione che "mantenere l'attenzione focalizzata sull'espressione sonora possa aiutare ognuno a proteggere il legame con la propria umanità e a rafforzare le più positive aspirazioni umane: amore, empatia e ricerca della verità." E' possibile rivederlo, con emozione, su YT.

https://nedrothenberg.bandcamp.com

Ospite del To Listen To, recente progetto della Scuola di Musica Elettronica del Conservatorio di Torino che ama definirsi 'festival dell’ascolto sperimentale', Elliott Sharp presenta questo pomeriggio per la prima volta in pubblico il suo brano Goshozyg, dedicato al compianto Hugh Davies (1943-2005). Così lo anticipa: "Goshozyg è un omaggio al compositore e inventore britannico Hugh Davies, che costruiva strumenti all’interno di contenitori insoliti, inclusi libri usati e riciclati. Il primo di questi fu realizzato dentro un’enciclopedia, nel volume Sho-Zyg, e ciò portò Davies ad adottare Shozyg come nome generico per questo suo tipo di strumenti. Seguendone l'esempio, Goshozyg è un'opera elettroacustica che utilizza come fonte sonora lo Stogar, un insieme di oggetti metallici con un pickup piezoelettrico racchiusi in una vecchia scatola di sigari, che per generare suoni richiede una gran varietà di tecniche."

https://www.to-listen-to.it/evento-festival/elliott-sharp

Dello 'storico' testo di metà anni Ottanta - poi rivisto e aggiornato nel 2000 - scritto da Trond Einar Garmo sulle musiche degli Henry Cow è mancata a lungo una versione in lingua inglese, che poi giunse finalmente nel 2020 e di cui è tuttora disponibile qualche copia in volume presso ReR. Ora ne è pronta una versione digitale, contenente qualche breve aggiornamento: Henry Cow - An Analysis of Avant-Garde Rock. La si trova per pochi euro nei formati epub e pdf tramite Lulu, specialista in pubblicazioni indipendenti e strumenti di vendita print-on-demand.

https://tinyurl.com/TrondEGarmo

Il sito web è in effetti un po' trascurato, e non sempre vi si trovano disponibili i titoli - tutti comunque indicati - dell'immenso catalogo. Ma vale la pena di provare. Anche tramite Bandcamp, eventualmente, così da evitare tra l'altro i fastidi post-Brexit delle spedizioni effettuate dal Regno Unito: ReR Megacorp.

"The ReR Online Catalogue is an artist led service that gathers and distributes music on the basis of excellence, innovation, scarcity and independence. For newcomers, a look through our own label releases will give a good picture of where our sympathies lie. Other collected and recommended titles are organized alphabetically, and also collected into separately accessible specialist categories, for convenience. The website is meant to be a resource, not just a specialist record supply service, so please do let us know how it could be improved. Thanks!" (Chris Cutler)

https://www.rermegacorp.com
https://rermegacorp.bandcamp.com
rermegacorp@gmail.com